Quintegia tra i “Visionari d’Impresa 2025”. È questo il riconoscimento assegnato il 1° dicembre a Milano, e ritirato dal nostro HR Manager Daniele Dibello, nel corso di una serata che ha riunito volti autorevoli dell’impresa, della cultura e delle istituzioni, ospitata nella cornice del Grand Hotel Villa Torretta Milan Sesto.
Per Quintegia si tratta di un premio che ha un forte significato. Il valore del riconoscimento sta soprattutto nel metodo con cui viene attribuito: un percorso strutturato, basato su criteri misurabili e su una valutazione che si dichiara indipendente. Un’impostazione che rispecchia da vicino il modo in cui lavoriamo ogni giorno: rigore, analisi, ricerca.
Il Premio Visionari d’Impresa, promosso da Scienze Imprenditoriali in partnership con l’istituto di ricerca economico-scientifica I-AER, nasce infatti da una lettura ampia e comparativa del sistema produttivo italiano. L’indagine ha preso in esame i bilanci 2023 di oltre 700.000 società di capitali con sede in Italia, applicando un algoritmo di valutazione basato su sei indicatori distribuiti in dodici comparti. L’obiettivo: misurare, con parametri oggettivi, competitività, produttività e sostenibilità delle imprese.
In questo quadro, il premio individua le organizzazioni che non solo performano, ma che dimostrano di avere un impatto reale e verificabile: aziende capaci di contribuire alla crescita del territorio attraverso risultati concreti e visione.
Ricevere questo riconoscimento è motivo di orgoglio ma soprattutto di slancio. È un segnale che parla del lavoro svolto e del ruolo che Quintegia ha costruito nel tempo nel settore automotive ma, ancora di più, richiama il significato più ampio di ciò che rappresentano le realtà che avanzano grazie a passione e dedizione, generando valore diffuso nell’economia locale.
Dietro questo traguardo c’è un gruppo di persone. Un team di professionisti che, con competenze solide e uno sguardo orientato all’innovazione, trasforma il lavoro quotidiano in un contributo tangibile: alla crescita dell’azienda, ma anche – nel suo piccolo, e non troppo – alla vitalità del tessuto economico che ci circonda.








